Fare i lavori in casa è sempre un’incognita, se poi si tratta del bagno le cose potrebbero ulteriormente complicarsi. Come nel caso di immobili di vecchia data in cui cambiare le tubature diventa una questione di vitale importanza, e quindi sia i costi che i tempi di esecuzione dei lavori lievitano notevolmente fino a diventare una somma che potrebbe incidere notevolmente sul proprio budget.
La richiesta del bonus per migliorare il proprio bagno è quindi la scelta più saggia, anche si tratta di detrazioni fiscali e non di un bonus monetario direttamente percebile.
Sull’utilità, modalità di richiesta e requisiti ne abbiamo parlato insieme ad un’azienda che aiuta molti dei suoi clienti nella fruizione di questo bonus: HD Casa.
Bonus bagno: condizioni e chi può richiederlo
Il bonus è rivolto a tutti coloro i quali intendono effettuare lavori di miglioramento del proprio bagno, i quali potranno usufruire di un’agevolazione fiscale che consiste nella detrazione dall’imposta sull’ Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche n.d.a.) per il 50% delle spese affrontate tanto per la ristrutturazione o il restauro, ma anche per la manutenzione. La detrazione viene poi suddivisa in 10 quote annuali di pari importo, il cui tetto massimo di spesa non deve andare oltre i 96.000 euro per ciascun edificio.
Quali sono le condizioni?
Il bagno deve trovarsi in un edificio abitativo o in un locale comune presente in un immobile residenziale (in una sala condominiale, ad esempio) ubicato ovviamente su territorio italiano, ma che non si tratti di strutture adibite all’uso professionale, quali uffici, studi etc.
I lavori che rientrano nelle agevolazioni fiscali devono essere di manutenzione straordinaria, e cioè migliorie atte a rinnovare radicalmente il bagno. Ciò significa che il solo cambio di water e/o lavandino, ad esempio, non dà diritto all’utilizzo del bonus.
Solo nel caso in cui il locale oggetto dei lavori sia in una parte comune di un edificio residenziale o si tratti di lavori utili ad eliminare le barriere architettoniche ed installare oggetti per facilitarne l’utilizzo da parte di disabili, si può avere diritto alle agevolazioni anche per gli interventi di manutenzione ordinaria, anche se non vengono apportati cambiamenti a livello strutturale.
Lo si può richiedere anche per la creazione di un nuovo bagno, ma deve essere compreso nei i confini murari già esistenti dell’immobile.
Nell’eventualità in cui ci si fosse limitati alla sostituzione dei sanitari con nuove apparecchiature a scarico ridotto e/o alla sostituzione di rubinetteria varia con altra a limitazione di flusso d’acqua, si sarebbe potuto fare richiesta fino al 30 giugno 2022 del cosiddetto bonus idrico, il cui rimborso massimo era intorno ai 1.000 euro. Essendo ormai scaduto, non resta che cercare di utilizzare il bonus bagno cumulabile con il bonus mobili ed elettrodomestici.
Chi può usufruire di queste detrazioni?
Tutti i proprietari di un immobile o coloro i quali hanno qualche diritto sullo stesso (inquilini, comodatari, usufruttuari) o la nuda proprietà. L’agevolazione si estende fino ai familiari conviventi.
Quali autorizzazioni richiedere?
La richiesta di eventuali autorizzazioni e moduli da compilare dipende dalla tipologia di lavori da svolgere: se si tratta di una nuova messa in posa dei pavimenti, sostituzione di impianti, sanitari o rubinetterie, e in generale per tutti quegli interventi non a livello strutturale, non è necessario richiedere alcuna autorizzazione.
Se si tratta di una miglioria che va a intaccare la struttura del bagno (come lo spostamento dei muri divisori ad esempio), con modifica della superficie della stanza, allora bisogna compilare e consegnare all’ufficio tecnico del proprio Comune un documento definito CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) o la S.C.I.A., (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
Quale sia la differenza, potete trovarla sul sito di unioneprofessionisti.com.
Come accedere alle detrazioni fiscali per la ristrutturazione del bagno?
Per usufruire delle detrazioni fiscali per la ristrutturazione del proprio bagno bisogna pagare tutte le spese sostenute con bonifico parlante: nella causale del pagamento deve risultare il motivo del versamento (riferimento all’articolo 16 bis del DPR 917/1986), codice fiscale del beneficiario del bonus, codice fiscale o partita IVA dell’azienda che ha eseguito i lavori ed estremi della fattura emessa dalla stessa ditta.
Inoltre bisogna essere in regola con la documentazione relativa ai lavori (Cila o SCIA), anche se in genere è la stessa impresa costruttrice ad occuparsi di questa documentazione, essere in regola con la propria dichiarazione dei redditi e ricordarsi di salvaguardare tutti i documenti relativi sia alla ristrutturazione che ai pagamenti fatti.